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Associazione

In Italia si definiscono convenzionalmente ‘anni di piombo’ quelli che vanno dal 1969 alla metà degli Anni Ottanta, con code fino al 2003. In quel periodo ci sono stati oltre 15000 attentati con atti di violenza terroristica interni di matrici politiche diverse, con oltre 360 morti e più di 4000 feriti, in gran parte con danni permanenti.
A questo computo vanno aggiunti oltre 100 italiani, tra civili e militari, colpiti dal terrorismo internazionale incluso quello più recente jihadista.

I famigliari, i feriti e invalidi superstiti, testimoni oggettivi e certi di vicende epocali, protagonisti loro malgrado di cruenti episodi, non possono essere facilmente dimenticati, né possono esserlo tanti fatti di cronaca che, nel loro insieme, sono ormai parte della storia sociale della seconda metà del secolo scorso.
Molti casi si sono risolti con la condanna dei colpevoli ultimi, ma restano ampie zone d’ombra sui favoreggiatori e sui mandanti.
Con il tempo il ricordo di questo travagliato periodo si è andato affievolendo, sino a quasi cancellarsi nelle ultime generazioni.

Non solo, ma talvolta sono sopravvenuti un certo fastidio e un misconoscimento verso i caduti e i feriti che, servitori dello Stato e civili, non sono venuti meno al loro dovere ed hanno permesso, versando il loro sangue, la sopravvivenza delle istituzioni, la mobilitazione dell’opinione pubblica e la sconfitta delle trame eversive.

È partendo da queste premesse che nel 1985 a Torino è stata fondata l’Associazione Italiana Vittime del Terrorismo e dell’Eversione contro l’ordinamento costituzionale dello Stato, poi brevemente Aiviter.

Le finalità dell’Associazione erano evidenziate in sette punti contenuti tuttora nello Statuto visibile sul sito istituzionale www.vittimeterrorismo.it. I principali riguardano la custodia della memoria storica, i diritti collettivi ed individuali delle vittime con relative elaborazioni di proposte di leggi di salvaguardia, la didattica e l’informazione verso tutti i cittadini con particolare riferimento alle nuove generazioni.

Nel corso degli anni l’Associazione che per prima si è costituita in Italia a tutela delle vittime del terrorismo e loro familiari, si è molto sviluppata passando da un radicamento regionale ad una presenza capillare nazionale in particolare nelle città di Torino, Genova, Milano e Roma , nelle quali sono in fase di costituzione ed organizzazione i relativi presidi con previsione aperture prossime sedi per assicurare anche localmente maggiore vicinanza ed assistenza agli associati implementando nel contempo ulteriori iniziative di memoria mirate sul territorio in collaborazione con le scuole anche con le istituzioni locali.

Si sono aggiunti nuovi impegni, codificati in statuto, quali l’istituzione del sito Internet e delle pagine SOCIAL, veri punti d’incontro e fonte informativa non solo nazionale per migliaia di visitatori, l’attività internazionale in collegamento con l’Unione Europea di categoria e le altre associazioni di vittime nel mondo. Attualmente l’Associazione è la più numerosa con oltre 530 Soci in Italia ed anche l’unica nazionale di categoria. Annovera tra i suoi aderenti larga parte dei famigliari e vittime italiane coinvolte prevalentemente in attentati singoli e plurimi negli “anni di piombo”, comprese quelle dei fatti più recenti che hanno colpito nostri connazionali militari e civili all’estero anche in stragi in particolare dal 2001, come ad esempio l’attentato terroristico al Museo del Bardo di Tunisi nel 2015, a Nizza ed in Spagna.

I FONDATORI

Il 20 marzo del 1985 Maurizio Puddu (promotore), Giovanni Berardi, Adele Andreis vedova Casalegno, Antonio Cocozzello, Severa Marone vedova Croce, Leone Ferrero, Mario Deorsola, Dante Notaristefano, Sergio Palmieri e Giovanni Picco, tutti feriti in fatti terroristici o parenti di vittime, fondarono l’Associazione Italiana Vittime del Terrorismo e dell’Eversione contro l’ordinamento costituzionale dello Stato.

I PRESIDENTI

Nel corso di trenta anni di vita, l’Associazione ha avuto tre presidenti – Maurizio Puddu, Dante Notaristefano e l’attuale Roberto Carlo Della Rocca, al quale va aggiunto Giovanni Berardi per un breve periodo nel 2008. Maurizio Puddu, ferito dalle Br nel 1977 e fondatore di Aiviter, ha retto l’Associazione dal 1985 al 2007.

Maurizio Puddu, ferito dalle Br nel 1977 e fondatore di Aiviter, ha retto l’Associazione dal 1985 al 2007.

Restano fondamentali le sue battaglie per difendere la corretta memoria degli eventi e i diritti delle vittime ed il suo impegno a sviluppare l’Associazione dalla sua fondazione, nonché la partecipazione alla stesura delle prime leggi a tutela delle vittime del terrorismo e l’intuizione di anticipare l’attiva presenza associativa all’estero.

Dante Notaristefano, che subì un attentato da parte delle Br nel 1977, è stato presidente dal maggio 2008 alla sua scomparsa nel febbraio del 2015.

Ha dato grande impulso alla divulgazione ed alla didattica legate alle finalità dell’Associazione, nonché alle relazioni internazionali che pongono Aiviter quale importante referente italiano. Ha partecipato a fianco di altre associazioni (come quella per la Strage di Bologna) ad iniziative volte alla rimozione del Segreto di Stato che ha calato inquietanti silenzi su alcuni gravissimi fatti.

Roberto Carlo Della Rocca, ferito dalle Br nel 1980 a Genova, per lungo tempo vice presidente, è stato ideatore, promotore ed estensore della legge quadro n. 206 del 2004 in favore delle Vittime ed  ha seguito costantemente le successive modifiche migliorative nonchè la stesura e presentazione delle nuove proposte di legge. .

Ha ideato e contribuito a definire la costituzione dell’Osservatorio Nazionale per le vittime del terrorismo, finalizzato alla valutazione clinico-diagnostica e cura del Disturbo Post-Traumatico da Stress (DPTS).

Ha rafforzato significativamente sul territorio nazionale la struttura organizzativa centrale  e periferica dell’Associazione sull’intero  territorio nazionale