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Giuseppe Taliercio

Descrizione attentato

L’ingegnere Giuseppe Taliercio venne rapito il 20 maggio 1981 nella sua abitazione da un gruppo di terroristi delle “Brigate Rosse” che intendevano “processarlo” perché ritenuto “servo delle multinazionali imperialiste”. Durante il sequestro, le “Brigate Rosse” fecero rinvenire più comunicati. In uno di questi si assumeva che l’ingegnere Taliercio stava collaborando e svelando piani e organigrammi del settore Petrolchimico di Porto Marghera, definito dai terroristi una “fabbrica della morte”. Il successivo 5 luglio, dopo quarantasei giorni di prigionia e dopo che i brigatisti avevano annunciato essere stata emessa la condanna a morte, il corpo dell’ing. Taliercio fu fatto ritrovare nel bagagliaio di un’auto vicino al capannone del consiglio di fabbrica della Montedison. Con due volantini le “BR – Fronte carceri” (che avevano “gestito” il sequestro dell’assessore Cirillo) e la “Colonna 28 marzo” (che aveva organizzato e compiuto, tra l’altro, l’omicidio di Walter Tobagi) accusarono il gruppo che aveva gestito il rapimento e l’omicidio di “stolto soggettivismo militarista, … deleterio più dei colpi della controrivoluzione”. I processi accerteranno -anche grazie alle ammissioni di alcuni terroristi – che il sequestro e l’omicidio erano stati organizzati e compiuti da esponenti del gruppo eversivo che li aveva rivendicati.

Biografia

L’ing. Giuseppe Taliercio era direttore dello stabilimento Petrolchimico della Montedison di Marghera. Sposato con Gabriella, aveva cinque figli: Elda, Lucia, Bianca, Cesare e Antonio.
Nome vittima

Giuseppe Taliercio, Ingegnere, direttore del Petrolchimico Montedison
Data di Nascita

11 Luglio 1927
Luogo di Nascita

Marina di Carrara (MS)
Data attentato

20 Maggio 1981
Luogo attentato

Mestre (VE)
Data di morte

5 Luglio 1981
Luogo di morte

Mestre (VE)
Ad opera

Brigate Rosse

Status processuale

Antonio Savasta, appartenente alle Brigate Rosse, confesserà di essere stato l’autore del delitto.
Status processuale