L’operazione in Macedonia, denominata Amber Fox, fu un’operazione NATO di carattere multinazionale a guida tedesca. Le forze impegnate, denominate Task Force Fox, consistevano in un contingente di 700-800 uomini, che aveva il compito di assicurare una cornice di sicurezza agli osservatori internazionali dell’Unione europea e dell’OSCE. L’Italia contribuì all’operazione con 160 uomini. Il capitano Rugge partecipava a una attività di ricognizione per la bonifica di ordigni esplosivi. La squadra era composta da undici elementi, nove tedeschi e due italiani, e muoveva a bordo di tre autovetture da ricognizione tedesche e una ambulanza. La missione, al comando di un capitano tedesco, doveva effettuare la ricognizione della strada sterrata Spkolca-Brodec e, in particolare, nel verificare il rischio mine nell’area di Popova-Sapkache. La ricognizione era necessaria in quanto l’area non risultava bonificata in precedenza perché impervia e difficile da raggiungere per via ordinaria, inoltre per lungo tempo innevata. Giunta nei pressi di Popova-Sapka, vicino al confine con il Kosovo, l’autovettura su cui viaggiava il capitano Rugge, guidata dall’ufficiale tedesco, provocava l’esplosione di una mina anticarro posta sul sedime stradale, di modello ancora sconosciuto e non visibile ad occhio nudo. L’esplosione causava l’espulsione del motore e dell’asse anteriore del veicolo e ne determinava il rovesciamento. L’ufficiale italiano, a seguito delle ferite riportate, morì, mentre l’ufficiale tedesco rimase gravemente ferito. I soccorsi hanno consentito di evacuare prontamente, con l’elicottero, l’ufficiale tedesco e il secondo militare italiano del team, il luogotenente Filippo Sturniolo, il quale presentava un forte stato di shock. I due militari furono trasportati presso l’ospedale militare tedesco di Erebino. Nulla invece fu possibile fare purtroppo per il capitano Rugge, la cui salma risultava intrappolata all’interno del veicolo ribaltato.